Specie fluida

01 Marzo, 2024

illustrazione: Señorita Gato

È stato oggi mentre osservavo gli animali che vivono con noi che ho capito.
Il cane stava mangiando i croccantini dei gatti, il coniglio stava mangiando i croccantini del cane, io mangiavo macaron in cucina in posizione da macaco (forse per assonanza fonetica).
In questa casa siamo specie fluida.
Io sono umana, ma ogni tanto mi sento una cozza, il più delle volte uno scoiattolo sotto anfetamine, passo ore in vasca in posizione da lontra e quando corro mi sento goffa come un pangolino.
In cima alla piramide sociale familiare c’è la coniglia, a casa nostra vige una monarchia roditrice.
Si chiama Carciofina, doveva essere un maschio, invece era una femmina e aveva il ciclo.
È femmina, incazzata e ringhia (giuro che lo fa).
Incarna lo spirito della frase “bastava uno sguardo”, solo che lei ti congela e fa sentire in colpa e a profondo disagio dando zampate per terra.
Quando le girano le orecchie sbatte la zampa e tu, puoi essere ovunque, ti senti immediatamente una merda.
Forse hai fatto un’esclamazione troppo forte.
Tump.
Le sei passato vicino guardandola per troppo tempo.
Tump.
Sei a letto, è notte e c’è silenzio totale, ti giri nel letto e questo scricchiola.
Tump.
Pensavo fossero graziosi i conigli prima di conoscerla, adesso li vedo più come creature demoniache e sadiche.
Le avevo comprato una gabbia, mi sono sentita in colpa e l’ho sempre lasciata libera.
Al centesimo libro mangiato e lampada fulminata, a fronte dell’insistenza di Domenico che mi manda su whatsapp ricette di conigli arrosto o in potacchio le ho comprato il Buckingham palace delle gabbie dei conigli. Ha forzato l’apertura ed era fuori.
Houdini e sovrana, ha vinto. Continua a vagare libera.
Tump.
Siamo delle specie fluide.
L’unico con cui va d’accordo è Tovagliolo.
È un gatto, nato figlio unico è cresciuto con sua madre e noi umani, per questo è convinto di essere un bambino e ha un rapporto incestuoso con la madre che lo ha partorito poco più che bambina, un complesso di Edipo che 7 vite non basteranno a rielaborare.
Flip, la madre, dopo il suo esordio poco promettente come ragatta madre, ha infine votato la sua intera esistenza al figlio e lo segue ovunque, gli parla (credo lo abbia appreso osservando come mi comporto con i miei figli), lo aspetta se la sera torna tardi e si toglie il cibo di bocca per lui.
È marchigiana, ci tiene che mangi e poco importa se Tovagliolo che ha 8 mesi pesa quasi come Amedeo, quando dorme sul divano lascia l’impronta come Homer Simpson e cerca di divorare qualsiasi cosa venga lasciata in giro. Ha un’alimentazione varia, mangia dal melone alle brioche con la crema.
Pochi giorni fa ha assaltato una crostata all’albicocca.
Lui è convinto di essere umano, è specie fluida anche lui.
Non mi stupirebbe vederlo con le zampe nella mia borsa a fregarmi 5 euro per comprarsi le sigarette.
Flip direbbe “Sono ragatti, che ci vuoi fare!”.
Pippa anche è specie fluida e crede nel poliamore.
Abita con noi ma anche con chissà quanti altri.
Frequenta altre case, torna con profumi addosso.
Prova in tutti i modi a infilarsi nella relazione tra me e Domenico e la sua tenacia è stata ripagata.
Questa mattina lui diceva “amore mio”.
Mi sono girata per abbracciarlo.
Era con Pippa, lui le faceva grattini fotonici pronunciando promesse e dichiarazioni di eterno amore e lei faceva fusa con sguardo voluttuoso. Io sono andata a togliermi le bicicchie.
Lo aspetta in cima alle scale per saltargli in braccio e lo riaccompagna al parcheggio quando se ne va.
A me rimane il maschio, IMP, che sta per Il Mio Preferito.
Fluido anche lui, psicologicamente.
Ha varie personalità e spesso è confuso. Ieri ad esempio è entrato e uscito 10 volte in 4 minuti ogni volta manifestando disappunto, con lui condivido la fatica delle scelte, l’irrequietezza notturna (lui deve uscire, io devo scrivere, parlare e condividere).
È il narcisista di casa.
Si vede quando vuole qualcosa e per il resto nessuno di noi sa che vita conduca.
Ha un debole però, Camilla.
Lei è un Lagotto, infatti se vede un lago, una pozza di acqua putrida e stagnante si lancia senza se né ma.
Più volte si è buttata nella vasca mentre facevo il bagno.
Lei allatta IMP e lui ha occhi e baffi solo per lei.
Lei pensa di essere una mongana, ha allattato tutti i gatti e quando ne vede uno cucciolo la vedi che pensa “ti prego fatti allattare!”.
Se camminiamo in giro abbaia a chiunque.
Persone, ombre, macchine parcheggiate e sacchetti lasciati a terra. Oggi è stata anche ripresa da una signora anziana, le parlava come fosse una bambina.
Poi si è rivolta ad Amedeo come fosse un cane.
Evidentemente anche lei specie fluida.
Domenico mangia come una megattera ma riesce ad avere il corpo di una pantera, asciutto e tonico.
Io mangio come un uccellino e riesco ad avere il corpo di un bradipo, largo e molle.
Specie fluide anche noi.
Cosa c’entra questo con la pedagogia?
Niente, avevo solo voglia di condividerlo.
Anzi, a ben pensarci questa piccola arca di Non è, mi ricorda che nulla è come sembra, che possiamo convivere tra specie molte diverse, le nostre bestialità coesistono bene e ognuno diventa un po’ bestia come l’altro in un circolo virtuoso di tolleranza e pace.
Mi fa bene abitare in questa confusione di specie, in questa promiscuità evolutiva, dove non capisci più di chi è la coda, se stai toccando la tua gamba non depilata o il manto di uno dei gatti.
Mi appaga questa vita fatta di radicchio da dare alla coniglia cercando di anticipare i suoi Tump, di rassicurazioni a Camilla “non puoi allattarlo no, ha già una mamma”.
Questa esistenza fatta di gatti da accettare per i loro amori disfunzionali e cibi tutti scambiati che alla fine “fate un po’ come cazzo vi pare” mi viene da dire.
Essere bestia tra le bestie mi dona, queste bestie però.
Benché specie fluide, non nuocciono a nessuno, non distruggono, non ledono, non uccidono, non feriscono.
Sono specie fluida e vengo in pace.

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