E chi glielo spiega adesso che non esiste?

02 Dicembre, 2023

illustrazione: Davide Bonazzi

Babbo Natale è morto forse avrebbe detto Nietzsche se gli avessimo chiesto di fare una conferenza sullo spirito natalizio.
Ma questa non è pedagogia nichilista e non vogliamo annunciare la morte di nessuno.
Solo sciogliere dei tabù e goderci il Natale nel pieno della verità, della bellezza della condivisione, nel rispetto delle tradizioni che ci tramandiamo da generazioni senza trucchi né inganni.

Babbo Natale non esiste ragazzi, ecco perché non può esser morto.
Babbo Natale è però il cuore pulsante della più grandi gioie che abbiamo vissuto da bambini ed ecco perché ci affanniamo tanto a replicarla, ecco perché esistono app che ti fanno chattare con lui in quello che sembra essere un rito iniziatico al catfishing, ecco perché guai a toccare Babbo Natale.

Parliamo di magia del Natale.
Parliamo del bisogno dei bambini di vivere in una realtà aumentata dove la casa che solitamente viene protetta e tutelata improvvisamente può essere violata da un uomo anziano che mentre dormiamo, passando dal camino (che neanche abbiamo magari), ci infila sotto l’albero il regalo desiderato.
Parliamo di pensiero magico e bugie bianche, ma cosa intendiamo in realtà quando diciamo tutte queste cose?

Dovremmo operare una prima distinzione tra due aree importanti: quella sentimentale e quella pedagogica.
Per quanto riguarda la prima, il Natale ci piace e lo attendiamo con ansia preparando le crocchette per le renne e convincendo i nostri figli a fare altrettanto, perché abbiamo vivo il ricordo di quello che vivevamo da bambini.
Per una volta all’anno il mondo familiare si fermava e tutto ruotava attorno a noi.
Ci facevano scrivere una lettera, ci permettevano di desiderare, facevamo il presepe giocando alle costruzioni in pratica con i nostri genitori, tutta la casa veniva addobbata e sembrava una festa lunga un mese organizzata solo per noi.
Giocavamo insieme a tombola, nessuno lavorava (fatta eccezione dei turnisti e di chi ricavava un maggior guadagno con negozi e ristoranti).
Natale era bello perché era la festa di noi bambini, finalmente visti, finalmente ascoltati, finalmente accolti e coinvolti in un gioco collettivo.
Solo che abbiamo confuso il piacere che abbiamo vissuto con la bugia.
Non era quella a farci provare immenso piacere, ma tutto il resto, quella è solo la storia a margine, la cornice, o quella che verrebbe chiamato a scuola sfondo integratore.
Noi volevamo i nostri genitori, non a caso si chiama Babbo Natale e mica Cugino di terzo grado Natale, non avrebbe mai funzionato.
Il nome stesso conteneva la chiave.
Babbo, Mamma.

Ci avrebbero anche potuto raccontare la storia di un cammello che voleva diventare una popstar e a noi sarebbe andato bene lo stesso in fondo, purché babbo e mamma stessero con noi.
Una volta una bambina di tre anni parlando del Natale mi disse che è una festa di compleanno dove ci sono solo regali senza invitati.
Una lettura impeccabile direi. Una festa pazzesca in effetti, noi, i regali, i nostri genitori.
Quello sentiamo quando pensiamo alla bugia che creiamo attorno al Natale, al nostro profondo desiderio di tornare un attimo indietro, in fondo è lo stesso principio per cui Disneyland è frequentata più da adulti che da bambini, perché tentano di rivivere momento persi nel passato, cercano di rubare alla nostalgia della gioia.

Dall’altra parte c’è la questione pedagogica.
La questione del pensiero magico viene utilizzata impropriamente cercando di forzarla per farci dare ragione, “lo vedi, i bambini vogliono babbo natale perché hanno il pensiero magico”.
Ma questo è un processo spontaneo in cui il bambino lega insieme degli eventi, cerca delle spiegazioni, crea teorie per spiegarsi il mondo e i suoi fenomeni.
Ma è spontaneo.
Babbo Natale non rientra in questa categoria, perché non è un processo del bambino, ma una forzatura immaginifica degli adulti.
Questo non significa eliminarlo, ma semplicemente trasformarlo.
Vorrei invitarvi a considerare la grandiosa fiducia che i bambini hanno in voi (non durerà a lungo, tantomeno se la tradirete), la cieca lealtà che vi mostrano ogni giorno.
Voi, per loro divinità in terra, enciclopedie consultabili ovunque e per le più svariate questioni, se dite che esiste Babbo Natale state affermando una verità pari a noi che giriamo attorno al sole, ai pulcini che nascono dalle uova o alle foglie che cadono in autunno.
Una verità inconfutabile e incontrovertibile.
Loro vi credono fino a perdere il loro processo critico, pur di darvi credibilità e valore culturale.
Non ingannateli pertanto, non prendetevi gioco del loro credere in voi.
Giocate con loro, non prendetevi gioco di loro.
Raccontate la storia di Babbo Natale dicendo che è una storia, ditelo che non esiste, che siete voi che mettete i regali sotto l’albero, dite che potete giocare a far finta che passerà, esattamente come direste “facciamo finta che il divano è il nostro vascello e il tappeto un oceano caraibico”.
Si divertiranno, staranno bene, non saranno ingannati, avranno ancora fiducia in voi, non dovranno mettere al vaglio le vostre tesi con gli indizi contrari, non lasciate loro il compito di scoprire le fake news.
Loro vogliono voi, non la bugia mascherata da magia.
Fate loro un regalo per Natale: fate vedere chi siete, spogliatevi delle maschere, tirate già la barba e mostrate la vostra essenza.
Incontratevi nel terreno comune dell’infanzia, dove dimora sempre l’accoglienza e l’intima comprensione.

Ci sono altri piccoli motivi per fare questo.
Vi ricordate quella frase che dice “quando la merce è gratuita la merce sei tu?”, per quanto riguarda il Natale tutti diventiamo merci.
Babbo Natale come lo conosciamo è il prodotto di una delle campagne pubblicitarie più potenti della storia, quella della Coca Cola (in pratica è una lattina fatta pensionato) e gli elfi sono diventati i corrieri Amazon.
Noi diciamo che viviamo la magia, loro si sventolano con le banconote e lucidano la numero uno e la numero trecentoventisette miliardi di milioni di miliardi.
Non vendete i vostri figli al dio denaro.
Natale è luce, quella della verità, quella dell’amore, quella dell’unione leale, non quella del pos che si accende quando la carta passa.

Mostrate ai vostri figli la meraviglia della gratitudine, dell’attesa, della reciprocità, della sobrietà, del “ci basta poco per essere felici”.
Eliminate le liste nozze e arricchite invece di desideri sentimentali e di memorie felici la loro esistenza.
Basta poco, verità e amore e sarà il più bel Natale della vostra e loro vita.
Babbo Natale è morto ma i bambini son tutti vivi e questa festa è solo per loro.




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